
La gara di Campionato in programma domenica 22 aprile 2018 tra Nardò e Potenza sarà vietata ai tifosi ospiti per motivi di ordine pubblico come stabilito dalla Questura di Foggia.
La gara di Campionato in programma domenica 22 aprile 2018 tra Nardò e Potenza sarà vietata ai tifosi ospiti per motivi di ordine pubblico come stabilito dalla Questura di Foggia.
Dal 18 al 22 giugno 2018 prenderà il via il primo Campus estivo ufficiale del Potenza Calcio. Carlos Franca, bomber indiscusso dei leoni rossoblù, sarà il coach per i ragazzi dal 2002 al 2009 che vorranno avvicinarsi al mondo del calcio e scoprire il significato del concetto di “leadership”. Carlos Franca: “Il concetto di leadership mi ha…
Il Potenza Calcio, il presidente Salvatore Caiata, lo staff, dirigenziale e tecnico, e i giocatori ringraziano l’FBC Gravina per l’eccellente accoglienza ricevuta ieri, domenica 8 aprile, allo stadio “S. Vicino”. Tutto il gruppo dirigenziale “gialloblù”, i componenti della Società, l’ufficio stampa hanno dimostrato ancora una volta il senso profondo del “saper accogliere” rendendo la giornata…
Da questa mattina, lunedì 26 marzo, presso i punti vendita Sportissimo e Bar Antoine, sono disponibili in prevendita i biglietti per la gara di giovedì 29 marzo tra Potenza e San Severo (calcio di inizio ore 20.30). Nel pomeriggio di oggi i tagliandi saranno acquistabili anche presso gli altri rivenditori autorizzati: Ludos Bar Mondo Elettronico…
Sono disponibili da questa sera, sabato 10 marzo, presso i soliti punti vendita (Bar Antoine, Sportissimo, Mondo Elettronico, Caffetteria da Vito, Ludos Bar), i biglietti per la gara di Campionato POTENZA-SARNESE in programma domenica 18 marzo 2018. Si comunica inoltre che da lunedì 12 marzo a giovedì 15 marzo saranno disponibili, esclusivamente presso il Bar…
A causa delle avverse condizioni meteo, la gara di Coppa Italia tra Audace Cerignola e Potenza Calcio in programma mercoledì 28 febbraio 2018, è stata rinviata a mercoledì 14 marzo 2018. La gara sarà sempre disputata a porte chiuse.
Domani, domenica 25 febbraio, in occasione della partita contro l’Aversa Normanna, il Potenza Calcio aprirà le porte al volontariato. I calciatori delle due formazioni, prima del fischio d’inizio, entreranno in campo indossando una maglietta “speciale”. Avrà un grande cuore rosso al centro e un messaggio semplice ma di grandissima forza: “Donare è vita”. Si tratta…
Come disposto dalla Questura di Foggia, la gara di mercoledì 28 febbraio tra Audace Cerignola e Potenza Calcio valida per i Quarti di Finale di Coppa Italia (calcio di inizio ore 14.30), si disputerà a porte chiuse.
Il Potenza Calcio comunica che in data odierna è stata saldata un’altra vertenza, dell’importo di 2520,00 euro, per l’ex calciatore Simone Apicella.
La Società del Potenza Calcio esprime profonda solidarietà e vicinanza al tifoso rimasto ferito ieri, durante la partita di Cerignola, augurandogli una pronta guarigione. Quanto accaduto al “Domenico Monterisi” nulla ha a che fare con il calcio e lo sport. L’augurio è che fatti del genere possano non riaccadere in futuro.
Lo scandalo calcioscommesse e il presidente Caiata
(2009-Oggi)
Il 23 novembre 2009 sarà ricordato a lungo dagli sportivi potentini. Sul Potenza Calcio si abbatte un vero e proprio uragano giudiziario che culmina con l’arresto del presidente Giuseppe Postiglione e di alcuni dirigenti e collaboratori. L’accusa parla di frode sportiva volta ad alterare i risultati delle partite di calcio sia di Lega Pro sia di Serie B. I gravi indizi a carico degli imputati gettano l’intera società nel caos. I giocatori più costosi della rosa vengono ceduti. La squadra, intanto, deve affrontare un campionato che si fa sempre più difficile.
Il 19 marzo 2010 la Corte di Giustizia Federale della FIGC , riprendendo gli atti del vecchio dibattimento e accogliendo il ricorso per ricusazione della Procura Federale, stabilisce l’esclusione immediata del Potenza dal campionato di Lega Pro Prima Divisione 2009-2010 e l’inibizione per cinque anni del presidente Giuseppe Postiglione. In seguito, il 1º aprile 2010, il Tribunale Nazionale Arbitrato per lo Sport stabilisce che la squadra lucana debba giocare le restanti partite di campionato ma che, al termine, venga declassata all’ultimo posto e retrocessa in Seconda Divisione. In campo, però, il Potenza evita l’ultimo posto.
La situazione economica della società è disastrosa. Non ci sono fondi e si rischia di non potersi iscrivere al campionato. Intanto, i tifosi fondano l’associazione “Il Mio Potenza” che ricalca il modello di un azionariato popolare e si pone l’obiettivo di vigilare sui conti societari. Aderiscono in molti ma i capitali non sono sufficienti a coprire il costo dell’iscrizione.
Rocco Galasso viene nominato amministratore unico della società. Galasso prova a coinvolgere qualche imprenditore per risollevare le sorti del calcio cittadino, ma i suoi encomiabili tentativi non sortiscono alcun effetto.
Si riparte dall’Eccellenza
Nell’estate del 2010, in seguito a varie vicissitudini e non riuscendo ad accedere alla Serie D, il sodalizio viene ammesso in sovrannumero al campionato regionale di Eccellenza, classificandosi al nono posto.
Nella stagione 2011-2012, dopo aver rinunciato a disputare la prima partita del campionato d’Eccellenza Lucana, il Potenza si ritira e la società viene cancellata dai ruoli federali. In questa stagione un’altra società cittadina, l’A.S.D. Atletico Potenza, vince il campionato di Eccellenza e viene promossa in Serie D. In estate la società cambia denominazione in “Città di Potenza S.S.a r.l. Dilettantistica” e diviene la prima squadra cittadina. Al termine del campionato, però, il sodalizio retrocede e non presenta domanda d’iscrizione al successivo torneo.
Nella stagione 2013-2014 una nuova squadra cittadina, l’F.C.D. Rossoblu Potenza, nata dalla fusione tra Atella Monticchio di Eccellenza e Controsenso Potenza di Promozione, vince il campionato d’Eccellenza e viene promossa in Serie D. Durante l’estate, la società diviene “Potenza Football Club”.
Nella stagione del ritorno in Serie D, il Potenza disputa un campionato al vertice. Il terzo posto permette ai lucani di disputare i play-off, dai quali verranno eliminati.
Il 12 giugno 2015, la società cambia denominazione in “S.S.D. a r.l. Potenza Calcio”. Il 2 luglio, Maurizio Notaristefani annuncia le sue dimissioni e mette in vendita la società, iscrivendo comunque la squadra al torneo successivo. Si apre un altro periodo turbolento per la società che cambia più volte assetto. Le vicissitudini societarie offuscano il ritorno del Potenza in Coppa Italia. Il torneo, caratterizzato da numerosi cambi di allenatore, si conclude con il Potenza al decimo posto.
Nella stagione 2016-2017 monta la protesta della tifoseria nei confronti del duo Vangone-Vertolomo, alla guida della società. Questi ultimi, dopo aver incaricato Nicola Dionisio della gestione ordinaria e di trovare nuovi investitori, a febbraio cedono la società ad un gruppo imprenditoriale irpino-lucano. Al termine del campionato, i rossoblu si assicurano la salvezza, classificandosi all’ottavo posto. La compagine lucana viene rilevata poi da Giovanni Ferrara e Maurizio Fontana, coadiuvati da altri imprenditori del capoluogo ma, due mesi più tardi, il testimone passa a Salvatore Caiata che, da luglio 2017, è azionista e presidente della società. La nuova proprietà, per il torneo 2017-2018, ingaggia come allenatore Nicola Ragno, fresco vincitore del girone H alla guida del Bisceglie.
Potenza: Croce e Delizia
(1994-2009)
Nell’estate del 1994, lo Sport Club fallisce ancora una volta. Nello stesso anno, l’Invicta Potenza, poi F.C. Potenza, vince il campionato di Eccellenza lucana e si iscrive al Campionato Nazionale Dilettanti.
Nella stagione 2002-03 il calcio potentino tocca il suo punto più basso. Le due squadre, Potenza F.C. e A.S.C. Potenza, lottano per la permanenza in Serie D. L’A.S.C. Potenza da metà classifica precipita nei bassifondi a causa di una penalizzazione di 15 punti per illecito sportivo. Le due società, infine, sono costrette a giocarsi la permanenza in Serie D nei play-out. Entrambe ne escono vincenti. L’A.S.C. batte agevolmente l’Ostuni, mentre l’F.C. Potenza , dopo 180 minuti di vera “guerra” sia dentro sia fuori dal campo, ha la meglio sull’Ariano Irpino. La gara di ritorno è molto combattuta, diversi atleti vengono espulsi e non mancano i tafferugli all’uscita del Viviani.
L’anno seguente, l’A.S.C. Potenza sfiora la promozione, arrivando seconda ma, grazie ad una serie di defaillance estive, viene ripescata in Serie C2. L’F.C. Potenza, invece, retrocede in Eccellenza, partecipando nella stagione 2004-05 al Campionato Regionale di Seconda Categoria, che concluderà al 6º posto.
Nella stagione 2004-2005 la squadra si classifica al settimo posto. L’anno successivo il Potenza centra la salvezza ai play-out contro il Modica.
All’inizio della stagione 2006-2007 la squadra potentina si presenta ai nastri di partenza con il ritorno alla denominazione storica di “Potenza Sport Club”.
Al termine del campionato di Serie C2, il Potenza si classifica al 3º posto nel girone C, guadagnandosi la partecipazione ai play-off per la promozione. Due pareggi consecutivi consentono al Potenza di accedere alla finale contro il Benevento per giocarsi la vittoria del campionato.
La disputa si conclude ai supplementari. Il Potenza, grazie alla rete di Delgado su assist di Lolaico, viene promosso in Serie C1, torneo che mancava in città da 13 anni. Ma, nel corso della stagione 2008-09, la squadra viene penalizzata per una presunta “combine” nella gara della stagione precedente con la Salernitana e parte con tre punti di penalità in classifica. Al termine del campionato, i rossoblù retrocedono in Seconda Divisione.
La dirigenza vuole riscattarsi e prende delle contromisure per ritornare in Prima Divisione.
Sulla panchina del Potenza arriva Ezio Capuano. La squadra sembra ripartire con il piede giusto. La società si adopera per un eventuale ripescaggio e, in attesa di buone notizie, forma un team competitivo. Gli sforzi della dirigenza non sono stati vani, il Potenza viene ripescato d’ufficio in Prima Divisione. La promozione coincide con il compimento dei 90 anni della gloriosa società Sport Club. Il campionato, però, sin dalle prime battute si rivela arduo finché, nel corso della quinta giornata, il tecnico Ezio Capuano viene esonerato dopo la sconfitta casalinga con il Real Marcianise. Gli succede Francesco Monaco (ex allenatore dell’Ancona di Serie B). Ma, dopo un mese, anche Monaco fallisce e Capuano ritorna sulla panchina rossoblu. Le sorti del Potenza sono incerte. Il presidente Postiglione rassegna le dimissioni e mette la squadra in vendita.
Dal ’78 al primo fallimento
(1978-1986)
Con l’approdo in serie C2, il Potenza ritorna a calcare i palcoscenici più prestigiosi del calcio italiano, in una categoria consona al proprio blasone. La fine degli anni ’70 e la prima metà degli anni ’80 sono caratterizzate da un continuo susseguirsi di presidenti al vertice della società, segno evidente della mancanza di una figura manageriale ed economicamente forte. Non solo cambiano i presidenti, ma si alternano anche gli allenatori: Masperi sostituisce Bertoni e Rubino succede a Mancinelli.
La stagione 1980/81 più che per le vicende calcistiche, è segnata dal forte sisma che mette in ginocchio le popolazioni lucane ed influisce anche sul rendimento in campo della squadra. Ma il destino si accanisce ancora contro il Potenza, il giovane centrocampista Emanuele Faralli perde la vita in un tragico incidente strada. Gli uomini di Rubino, distratti da questi eventi drammatici, concludono il torneo al quattordicesimo posto.
L’anno seguente, il Potenza disputa un torneo esaltante e fortunato al tempo stesso. Al termine del campionato, i rossoblù si qualificano al terzo posto, ad un solo punto di distanza dal Cosenza, promosso insieme con il Barletta. Di quella squadra, guidata da Recagni prima e da Egizio Rubino poi, fanno parte atleti di ottimo livello, quali il difensore Strino, il giovane e promettente Bronzini, gli esperti centrocampisti Curcunia e Falanga, e il potentino Catalano, regista che, dopo aver esordito con la Pistoiese in serie A l’anno prima, proseguirà la sua carriera tra le fila del Messina e dell’Udinese. Il capocannoniere del Potenza di quegli anni è il toscano Sauro Magni, miglior realizzatore con otto reti all’attivo.
Ma la fortunata stagione ’81-‘82 non si ripete negli anni successivi. La compagine lucana, infatti, ritorna a collezionare risultati deludenti e piazzamenti anonimi. Neanche i numerosi allenatori che si avvicendano sulla panchina rossoblù sono decisivi. Gli anni che vanno dal 1982 al 1985 vedono protagonisti sul campo, tra gli altri, i portieri Imparato, Nunziata e Stenta, i difensori D’Astoli e Tosi, i centrocampisti Boncompagni, D’Ambrosio, Pavese e Rosa e gli attaccanti Pistillo, Rovani, Pepe e Squicciarini.
Con la stagione ‘85/’86 è si conclude la storia del Potenza Club. L’annata è travagliata. Il presidente Cuomo viene sostituito dal romano D’Ambrosio. Quest’ultimo non riesce a fare meglio dei suoi predecessori, anzi accompagna il club verso la disfatta. In panchina siedono in successione Navarrini, Tomei e Mancinelli. La squadra, però, termina il campionato al penultimo posto, retrocedendo nell’Interregionale. Il 31 maggio 1986 la società rossoblù, a causa della poca accortezza e le scarse disponibilità economiche di chi l’ha presieduta in quegli anni, viene dichiarata fallita dal Tribunale di Potenza. La Lega non la iscrive al campionato di competenza, cancellandola dal panorama calcistica nazionale, dopo sessantasette anni di importanti ma travagliati trascorsi.
SCALATA ALLA C/1, POI L’INFERNO
(1990-1994)
Nell’estate 1990 a Pietrafesa succede, in qualità di presidente, Sandro Geraldi. La dirigenza, composta da un numero sempre maggiore di collaboratori, comincia a pensare in grande e si sobbarca notevoli sacrifici economici. A Potenza arrivano fior di giocatori come Mancini, Grasso, Torlo, Scognamiglio,Torti, Casale ed il leader della squadra Paolo Crucitti. In panchina siede Salvatore Di Somma, ex capitano dell’Avellino dei tempi d’oro. Un po’ dappertutto si è convinti che i rossoblù siano la squadra da battere: in realtà le cose vanno diversamente. Il torneo ‘90/’91 inizia subito in salita con una sconfitta casalinga contro l’Atletico Leonzio e, dopo un girone d’andata non lontano dalle prime in classifica, al giro di boa la squadra arretra. Ne fa le spese Di Somma, sostituito da Nello Santin, la cui guida non sortisce gli effetti sperati, anzi indirizza il Potenza verso la zona retrocessione. In seguito viene richiamato Di Somma che, dopo aver tranquillizzato il team, porta i rossoblù al centro della classifica.
Bruciate le ambizioni di vittoria la stagione precedente, nel ‘91/’92 la società lavora con grande oculatezza, riconfermando in blocco gli uomini migliori e rinforzando la squadra nei ruoli chiave. Il buon lavoro del direttore sportivo Barillaro permette alla società di acquistare i difensori Vio e Garzieri, gli attaccanti Baglieri e Libro (capocannoniere poi con nove gol) e della stella Bucciarelli. Confermato Di Somma in panchina, il Potenza si dimostra compatto e robusto in ogni zona del campo e riesce a vincere un campionato lungo, difficile e ricco forti emozioni.
Il 21 giugno 1992, i rossoblù, battendo il Latina con una rete di Fabio Bucciarelli, tornano dopo diciassette anni in Serie C1, complice la clamorosa sconfitta del Trani contro la già retrocessa Campania Puteolana. Il successo finale assume i contorni di un trionfo, anche perché i lucani sbaragliano la concorrenza agguerrita di Trani, Catanzaro e Vigor Lamezia. Da segnalare, ancora, in questa memorabile annata, l’ingresso in società nel mese di dicembre 1991 del dottor Generoso Donofrio.
Il campionato di C1 ‘92/’93 nasce all’insegna dei dissapori tra i dirigenti del club potentino. A causa delle tensioni interne, Geraldi decide di farsi da parte, determinando un lento assottigliarsi della dirigenza rossoblù. La squadra, vittoriosa l’anno prima, viene in gran parte smantellata: ai riconfermati Vio, Garzieri, Crucitti e Libro si aggiungono tanti volti nuovi come Riommi, Di Dio, Ruscitti, Del Giudice, Bigica, Pannitteri e la “delusione” Ficarra. Il posto del tecnico Di Somma viene preso da Lombardo, ex allenatore di Siracusa e Bisceglie. Il campionato è contraddittorio e altalenante: la piazza, dopo l’acutizzarsi di alcuni risultati negativi proprio nella fase cruciale della stagione, reclama a gran voce la testa dell’allenatore. La sconfitta interna contro il Barletta è segna la fine di Lombardo che viene sostituito da Passarella. Con quest’ultimo il Potenza riesce a salvarsi con lo spareggio di Foggia del 20 giugno 1993, battendo per 3-1 il Casarano.
Scampato il pericolo, il presidente Donofrio, affiancato ormai solo da Zaccagnino, per la stagione ‘93/’94 affida la conduzione tecnica della squadra al “sanguigno” trainer calabrese Marcello Pasquino. La fisionomia del Potenza cambia ancora, vanno via Libro, Bigica e Crucitti e arrivano, tra gli altri, Mantelli, Perrotta, Baldi, Natale, Caputo, Delle Donne ed Intrieri. Anche le regole del gioco sono state modificate, vengono stabiliti i tre punti a vittoria, i play-off e i play-out. Il buon gioco espresso e i risultati importanti conseguiti non sono sufficienti: il destino, tanta sfortuna e gli errori grossolani del portiere Sansonetti sbarrano al Potenza la prestigiosa strada dei play-off per l’accesso alla Serie B.
La delusione sportiva è grande ma nubi ancora più minacciose oscurano il cielo rossoblù. I ventilati problemi societari esplodono in tutta la loro gravità in estate. La Lega, il 1° agosto 1994, esclude il Potenza dalla C1 per inadempienze finanziarie.
Si scrive così la pagina più dolorosa della storia del club. In pochi mesi si passa da una possibile Serie B alla triste realtà del Campionato Nazionale Dilettanti.
LA RINASCITA CON PIETRAFESA
(1986-1990)
Con la scomparsa del Potenza Sport Club, la città è rappresentata calcisticamente da due squadre: l’Invicta Banca Popolare di Pescopagano, che disputa l’Interregionale, e l’ Edil Potenza che milita in Promozione. La prima, in teoria la più accreditata, segue la politica dei giovani e non ritiene opportuno assumere il ruolo di squadra guida della città. Fedele alla sua identità di polisportiva, la società spende pochissimo per la campagna acquisti. In campo, infatti, vengono schierati calciatori non professionisti ma in compenso si ottengono grandi risultati in ambito giovanile. I tifosi non apprezzano tali scelte e così l’Invicta deve accontentarsi di un numero ristretto di spettatori. L’Edil Potenza, invece, creatura dell’imprenditore Pasquale Pietrafesa, suscita maggiori entusiasmi e, allenata da Montenegro, ex attaccante di Palermo e Lecce, non bada a spese ingaggiando un giocatore come Stenta, portiere già dell’Avellino.
Il campionato ‘86/’87 è avvincente e vive di un lungo braccio di ferro con il Pro Matera. Le squadre guadagnano entrambe il primo posto e si rende necessario lo spareggio che, per motivi di ordine pubblico, viene disputato a Trani il 24 maggio 1987. La gara verità si conclude con il successo dei potentini, grazie ad un gol dell’attaccante Vincenzo Lancellotti, che porta i rossoblù nell’Interregionale.
Nel giugno 1987, pochi giorni dopo la vittoria del massimo torneo regionale, la società assume la denominazione di “Potenza Calcio”. A distanza di appena un anno, il fallimento dello Sport Club viene digerito senza grossi traumi.
La stagione ‘87/’88 si conclude con un quinto posto. All’allenatore Parente è subentrato Gaddi e in squadra emergono, tra gli altri, i vari Di Bari, Tramutola e i goleador Petrella e Antonicelli. In estate, grazie al decisivo intervento dell’avvocato Umberto Di Pasca, consigliere federale, il Potenza viene inserito dalla Lega in Serie C2 per completarne gli organici.
Il ritorno tra i professionisti è caratterizzato da una salvezza sofferta, conseguita solo nel corso dell’ultima giornata di campionato. L’undici rossoblù, in cui militano calciatori come Cardillo, D’Ermilio, Marrocco, Petrella e Greco, ex bandiera dell’Ascoli in Serie A, paga lo scotto del noviziato e la mancanza di polso dell’allenatore Milan, sostituito in corsa dal più efficace Pirazzini, vero artefice della permanenza in C2.
L’anno successivo (stagione 1989/1990) la conduzione tecnica della squadra viene affidata ad Aristei che conferisce ai lucani un gioco piacevole e redditizio, grazie anche ad alcune buone individualità, quali: il portiere Bozzini, i difensori Savio e Scattini, i centrocampisti Vessella e D’Ermilio e l’attaccante Boccia. Altro merito del tecnico perugino è quello di far esordire in prima squadra il giovane Francesco Colonnese che, in pochi anni, si appresterà a calcare palcoscenici prestigiosi. Nonostante il buon organico, il Potenza a causa della sua discontinuità raccoglie meno di quanto seminato e si deve accontentare del quattordicesimo posto.
Il costante impegno economico e morale dell’appassionato presidente Pietrafesa e dei suoi più stretti collaboratori Zaccagnino, Maggio, Basentini, Vito e Rocco Giuzio permette comunque in questi anni al calcio potentino di rinascere e consolidarsi. I traguardi più importanti sono ormai dietro l’angolo.
L’ALTALENA TRA “C“ E LA “D“
(1968-1978)
Il Potenza degli anni d’oro poggiava su solidi pilastri, da Boninsegna ad Agroppi , che, insieme con altri uomini, hanno contribuito alla favolosa scalata ai vertici del calcio italiano. Ma era soprattutto la creatura del dottor Ferri e non è un caso che, con le sue dimissioni, si entri in un periodo buio. Il presidente ora è Egidio Sarli.
Convinta di poter ritornare subito in Serie B, la dirigenza si lancia in spese folli. I primi due campionati di Serie C si rivelano deludenti e fallimentari, anche a causa degli uomini scelti per la guida tecnica della squadra: sulla panchina rossoblù si avvicendano allenatori di buon nome ma che mal si adattano alla realtà lucana . Dopo un effimero quinto posto nella stagione 1970-71, la parabola discendente è inarrestabile, complice una crisi societaria sempre più profonda. Addirittura nel luglio ’71, un giocatore del Potenza, Eugenio Brambilla, infrangendo i regolamenti federali, richiede il fallimento della società lucana in quanto creditore di una consistente somma di danaro. E nel ‘71/’72 uno sciopero dei giocatori titolari, senza compensi da mesi, costringe il Potenza a scendere in campo con la formazione giovanile in due occasioni: a Pescara e Torre del Greco.
Il calvario giunge all’acme nella stagione ‘72/’73 quando il Potenza conclude all’ultimo posto con nove miseri punti, appena 19 reti realizzate e ben 93 subite. La retrocessione in Serie D è la logica e inevitabile conseguenza della disgregazione societaria, la carica di presidente resta vacante per tutto l’anno .
Ma proprio nel momento peggiore comincia la rinascita. Il nuovo presidente, il dottor Fausto Somma, ridona serenità al club rossoblù. Dopo il torneo ‘73/’74, concluso al quinto posto,il Potenza ritorna in Serie C al termine di un interessante gomito a gomito con la Juve Stabia. Le squadre si classificano entrambe in testa con 49 punti e si rende necessario un drammatico spareggio. La “bella” si gioca allo stadio ”della Vittoria” di Bari il 1° giugno 1975. Vince il Potenza, allenato da Lino De Petrillo, grazie ad un gol di Fernando Scarpa nei tempi supplementari.
La gioia dura pochi mesi. Si paventa, infatti, un’altra retrocessione causata da una nuova turbolenza dirigenziale. Il dottor Somma, amareggiato per le critiche subite dopo la campagna acquisti, soprattutto per la cessione di Scarpa, si dimette. I rossoblù chiudono la stagione all’ultimo posto e ripiombano nuovamente in Serie D.
Il nuovo presidente Lauciello impiega due anni per riportare il Potenza tra i professionisti. Dopo aver sfiorato la promozione nel ‘76/’77 con l’allenatore Eufemi, allontanato nonostante il buon rendimento della squadra, tocca ancora a De Petrillo traghettare l’undici rossoblù nella serie superiore. Il tecnico casertano è l’unico ad aver collezionato due promozioni con il Potenza. Ma la soddisfazione sportiva per l’approdo in C2 viene turbata dai gravi avvenimenti di Andria del 5 marzo 1978. Al termine della gara Andria – Potenza, conclusasi con un 2-2, il pubblico di casa invade il campo ed aggredisce negli spogliatoi la terna arbitrale. I tifosi hanno la meglio persino sulle forze dell’ordine e sui giocatori delle due squadre, che tentano invano di difendere il direttore di gara e i suoi collaboratori. L’arbitro, il trentunenne Teresio Camensi di Milano, “reo” di aver convalidato il pareggio lucano di De Biase al 1985, viziato da un presunto fuorigioco, e di aver annullato, tre minuti dopo, un gol del pugliese Miani, riporta un trauma cranico e ferite lacero contuse all’orecchio sinistro. Feriti si registrano anche tra i guardalinee e gli agenti di pubblica sicurezza. A seguito dei disordini, l’Andria viene radiata dai ruoli federali.
Il Potenza Sport Club, dal canto suo, tornato in C2, si accinge a disputare le ultime stagioni della sua gloriosa storia.
QUEI FAVOLOSI ANNI SESSANTA
(1960-1968)
Negli anni tra il 1960 e il 1968 nasce, mette radici e si consolida il mito del “ Potenza miracolo “. In questo periodo, infatti, la dirigenza potentina guidata dall’avvocato Petrullo e dal dottor Ferri compie un capolavoro dopo l’altro.
Si comincia nel ‘60/’61 quando, dopo aver riassunto l’antica e gloriosa denominazione di “Potenza Sport Club“, la squadra allenata da Ulisse Giunchi, formidabile in ogni reparto, stravince il suo girone di Serie D. Al termine di un appassionante duello con la Casertana Il Potenza stabilisce tutta una serie di record per la categoria. La gara decisiva per l’esito del torneo si disputa a Caserta il 14 maggio 1961 e vede il Potenza vincere grazie ad un rigore di Vincenzo Ferrulli.
Siamo al ‘61/’62., Il Potenza torna a disputare la Serie C dopo tredici anni e si rivela una matricola terribile. L’avvio è incerto ma poi la squadra si riprende e, con grande stupore degli addetti ai lavori, conclude il campionato con un brillante terzo posto.
Eccoci al ‘62/’63. La guida tecnica passa ad Egizio Rubino. Il Potenza può contare su elementi molto validi, quali: Masiero, Spanò, Mascia, Quaiattini, De Grassi, Lodi, Alessi e Rosito . Il torneo è esaltante e il Potenza si trova a duellare con la Salernitana. Il 28 aprile 1963 i lucani rendono visita alla principale antagonista e, come due anni prima, ne espugnano il campo conquistando la Serie B. Al termine della gara si registrano gravissimi incidenti, causati dai tifosi campani e un pomeriggio di sport si tramuta in un giorno di dolore per la morte di un tifoso, Giuseppe Plaitano, colpito alla tempia da un proiettile sparato dal campo. È la prima vittima in Italia della violenza da stadio.
Nel ‘63/’64 arriva finalmente l’esordio tra i cadetti. La squadra è pressoché identica all’anno precedente, i nuovi acquisti sono Casati, Dellagiovanna, Merkuza e Carrera. Si tratta di un periodo di assestamento in una categoria che solo cinque anni prima sembrava irraggiungibile. Eppure non mancano le soddisfazioni per il Potenza. Nel primo anno in serie B, infatti, i lucani si affermano per 2-1 sul Napoli allo stadio San Paolo. Alla fine del torneo i rossoblù si classificano noni.
Nella stagione ‘64/’65 il Potenza raggiunge i vertici della sua storia. Con giovani atleti da valorizzare, sconosciuti ma molto motivati, presi in prestito da grosse società ( Bercellino II arriva dalla Juve e Boninsegna dall’Inter ), affiancati da calciatori esperti ( Canuti, Carrera e Rosito ), si forma l’attacco mitraglia che terrorizza le difese avversarie. Sempre agli ordini di Rubino, la squadra mette in mostra un gioco spregiudicato e frizzante e si fa notare. Alla fine del campionato il Potenza è solo quinto e manca di tre punti il traguardo della Serie A, ma i vincitori morali del torneo sono i giocatori rossoblù.
Stagione ‘65/66. Rubino passa al Foggia e sulla panchina lucana siede Renato Lucchi. Anche la squadra cambia volto, in modo particolare in attacco. Le nuove punte sono Baisi e Spelta. Il campionato non è entusiasmante come il precedente, ma l’undicesimo posto non rende del tutto giustizia ai lucani, autori di un gioco valido, equilibrato e concreto.
Nel ‘66/’67 la guida tecnica della squadra viene affidata ad Alfredo Mancinelli. Arrivano altri giocatori che faranno parlare di sé: Di Vincenzo, Venerada e soprattutto un giovanissimo Aldo Agroppi. Il Potenza, anche se rinnovato, continua ad essere una realtà consolidata della Serie B e disputa un girone d’andata brillante, all’altezza delle squadre più blasonate. Un calo nella seconda parte del torneo relega i rossoblù al sesto posto, ma il bilancio è senz’altro positivo.
Nel ‘67/’68 il Potenza dice addio alla Serie B. È una stagione amara per i lucani, chiusa con l’ultimo posto in classifica, e caratterizzata dalle contestazioni dei tifosi che causano anche alcune giornate di squalifica del campo. Da segnalare, inoltre, il primo esonero di un allenatore rossoblù ( Pin subentra a Mancinelli il 10 dicembre ’67 )e le dimissioni del presidente Ferri, al quale succede il dottor Beneventi. In un quadro così fosco non manca, però, una nota positiva: l’esordio di Franco Battisodo nelle giovanili della nazionale. Battisodo, finora, è l’unico calciatore rossoblù ad aver indossato la maglia azzurra. Ma ormai la favola è finita…Anche se è stata più bella di quanto si potesse immaginare.
IL DOPOGUERRA E GLI ANNI CINQUANTA
(1946-1960)
Finalmente arriva anche la fine della guerra e, come d’incanto, il calcio è pronto a ripartire. Il Potenza del commendatore Calvi ricomincia da dove si era fermato, in Serie C. Il torneo ‘45/’46, però, inizia male e finisce ancora peggio. La squadra subisce otto sconfitte consecutive all’inizio del campionato e la situazione precipita quando, durante la gara con la Nocerina, alcuni giocatori lucani aggrediscono il direttore di gara. Per questo, il Potenza viene escluso dal campionato; in seguito sarà riammesso ma verrà radiato definitivamente dopo una nuova violenza, stavolta ai danni dell’arbitro della partita Potenza – Bagnolese.
Per fortuna in piena estate i rossoblù vengono graziati e possono disputare nuovamente la Serie C. Le due stagioni successive sono prive di episodi turbolenti e la ritrovata serenità permette ai lucani di disputare tornei di discreto livello che si concludono con un quinto ed un sesto posto. Nell’estate del 1948, in seguito alla ristrutturazione dei campionati, il Potenza viene inserito in un girone con squadre siciliane. Per affrontare le lunghe e dispendiose trasferte il nome del sodalizio rossoblù viene abbinato a quello dello stabilimento di acque minerali Monticchio: si tratta di uno dei primi esempi di sponsorizzazione nel calcio italiano. Tale accoppiata, tuttavia, non porta fortuna alla squadra che, al termine della stagione retrocede in Promozione Interregionale, categoria nella quale rimane per tre anni.
Nei primi anni ’50 la società è guidata dal dottor Speranza e i rossoblù si difendono bene, classificandosi ai primissimi posti nei tornei disputati. Addirittura nella stagione ‘50/’51 il Monticchio stabilisce un record significativo, vincendo tutte le gare interne, tali risultati verranno replicati anche dieci anni più tardi .L’anno successivo, i lucani accedono alla neonata Quarta Serie, alla quale vengono ammessi d’ufficio. In questi anni la squadra affronta altre formazioni lucane, gioca il derby col Matera (il primo risale al 17 dicembre 1950) e con l’altro team potentino, la Juventina. Molti dei giocatori che indossano la maglia rossoblù, in questo periodo, sono potentini, si tratta di Marganella, Mancinelli, Martinelli e i fratelli Lasorella ad esempio. Mentre Buiatti e Danesi sono i “forestieri” più rappresentativi.
Sotto la presidenza dell’ingegner Franco ( stagione ‘53/’54 ) prima e dell’avvocato Lebotti ( 1954-1958 ) poi, i potentini si collocano nelle posizioni centrali della classifica. Successivamente, a causa di una lenta ed inesorabile crisi societaria , i colori rossoblù cominciano ad arretrare. Si tocca il fondo nella stagione ‘55/’56 quando il Monticchio si classifica all’ultimo posto e retrocede in Promozione. La rinuncia forzata a ben tre trasferte ( Maglie, Giulianova e L’Aquila ) attesta le difficoltà della squadra.
La stagione successiva, al termine di un entusiasmante testa a testa con i cugini della Libertas Invicta, il Monticchio ottiene la promozione nella Seconda Serie Interregionale, ennesima categoria istituita in quegli anni di caotiche riforme dei campionati. Purtroppo, già l’anno seguente la formazione ritorna nel torneo regionale ma, poco dopo recupera le posizioni perdute, tornando in Serie D, in seguito al doppio spareggio con la Libertas Matera, vinto grazie ad una doppietta di Pasquale Brindisi. Di questo periodo è importante sottolineare l’avvento alla presidenza ( 1958 ) dell’avvocato Francesco Petrullo che, in pochi anni, insieme con il dottor Ferri, porterà il Potenza alla ribalta nazionale.
Dalle origini al periodo bellico
(1919-1943)
“Il calcio muove i primi passi a Potenza nel 1919, quando, per iniziativa di Alfredo Viviani, un giovane di Venosa, si gettano le basi per la creazione di una polisportiva in un circolo dopolavoristico. Il circolo, situato nei pressi dell’attuale Palazzo della Camera di Commercio, è diretto da Alfonso Buoncristiano, potentino animato da una grande passione per le attività sportive. Nasce così, all’indomani della fine del primo conflitto mondiale, lo “Sport Club Lucano“, con sezioni di calcio e di atletica leggera. Il primo presidente è l’avvocato Leonardo Morlino che, in virtù della sua competenza legale, formula il regolamento del sodalizio.
Un evento importante per il club appena nato è l’arrivo, nei primi mesi del 1921 di un nutrito gruppo di militari presso il 29° Reggimento di Fanteria di stanza a Potenza. La maggior parte delle reclute proviene dal Piemonte, in particolare da Casale Monferrato, e si adopera per formare una squadra di calcio molto competitiva; basti pensare che lo Sport Club Lucano schiera in campo il centromediano dell’Internazionale Ferraris. In questi anni il campo di gioco è la Piazza d’Armi di Monte Reale e gli incontri hanno carattere amichevole. L’attività del sodalizio rossoblù si svolge prevalentemente entro i confini regionali, ma non mancano le trasferte fuori regione, seguite sempre da un pubblico molto numeroso. Nel 1925 la presidenza passa ad Alfredo Viviani che rimane in carica fino al 1937, anno della sua prematura morte.
Bisogna attendere la stagione 1933/1934 per vedere finalmente i potentini iscritti ad un torneo ufficiale. Si tratta del Campionato di Seconda Divisione Campana, in cui lo Sport Club Lucano si piazza al quinto posto. L’anno seguente, la compagine lucana viene ammessa in Prima Divisione (oggi Serie C), categoria nella quale disputa per diversi anni campionati entusiasmanti, giocando sul nuovo campo sportivo “Del Littorio“, l’attuale stadio Viviani. A cambiare non è soltanto il terreno di gioco, ma anche la denominazione: infatti, al termine della stagione ‘35/’36, la società prende il nome di “Potenza Sport Club”.
Dopo la scomparsa di Alfredo Viviani, si alternano al timone della società i vari Buoncristiano, Santomassimo, Caputo, Barra e Bavusi. I calciatori che si fanno notare per il loro talento in questi anni sono: i fratelli Brondi, Spanghero e Trevisan, poi ceduti a club di Serie A, oltre a Castagneto e Frattini che trascinano e affascinano molti tifosi sia in città sia in provincia.
In seguito, a causa della Seconda Guerra Mondiale, il Potenza si trova ad affrontare difficoltà tecniche e logistiche: i tre campionati, stagioni ‘40/’41, ‘41/’42, e ‘42/’43, conclusi sempre negli ultimi posti della classifica, testimoniano il momento delicato attraversato dalla squadra rossoblù. Per fortuna, la continuità dirigenziale in seno alla società permette allo Sport Club di sopravvivere.
Ma la guerra ormai compromette ogni cosa e anche i campionati si fermano. Nel biennio ‘43-’45, il conflitto bellico deflagra e tutte le attività agonistiche vengono sospese.
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